ostiense
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“Bisogna farsi forza e sopportare qualche strillo”; “più le urla sono forti, minore è la possibilità che stia male”; “alla lunga il metodo ripaga, specialmente contro i risvegli notturni”.
Queste sono indicazioni contenute in un articolo de La Stampa. Suggerimenti che alimentano false aspettative e la sensazione di essere inadeguati.
L’articolo è fonte di confusione. Nella prima parte, si afferma correttamente che il sonno dei bambini è diverso da quello degli adulti e che sarebbe meglio per i genitori adattare i propri ritmi a quelli del piccolo. Nella seconda, invece, si afferma che è il bambino a dover adattare i propri ritmi con l’ambiente e coi genitori.
L’intimità, è in realtà una risorsa: il contatto pelle a pelle, la vicinanza, il latte materno, sono mezzi attraverso i quali il neonato condivide il microbioma familiare e modula il suo sistema psico-neuro-endocrino-immunitario; sono insomma importanti strumenti per rinforzare il legame biologico e relazionale con la sua famiglia.
Un bambino allattato al seno che dorme accanto alla mamma, passerà meno tempo nel sonno profondo, quello più a rischio.
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